Il voto del senatore Del Pennino sulla manovra

Dichiarazione di voto del senatore Antonio Del Pennino sulla manovra, mercoledì 7 settembre 2011

Signor Presidente, colleghi senatori, i Repubblicani hanno giudicato e giudicano la manovra tardiva e insufficiente per far superare al Paese la grave crisi che attraversa, anche per l’assenza nella stessa di riforme strutturali e di misure capaci di consentire la crescita, e temono che fra qualche tempo sarà necessario adottare altri e più incisivi provvedimenti. Tuttavia, non ritengono di assumersi la responsabilità di negare il voto al provvedimento di fronte alla crisi dei mercati e ai dubbi della Banca centrale europea, il cui intervento è essenziale per evitare un aumento dello spread fra i nostri BTP e i Bund tedeschi: elemento, questo, che aggraverebbe ulteriormente il nostro già pesantissimo debito.

Certo, la questione è resa più complessa dal fatto che, avendo posto il Governo la fiducia sul maxiemendamento, secondo il nostro Regolamento il voto a favore della manovra si identifica con quello sulla fiducia al Governo.

Per questo vogliamo dire alto e forte che il nostro sì non significa fiducia al Governo, che ha prima sottovalutato la gravità della crisi, abbandonandosi ad un immotivato ottimismo e ha tenuto poi un atteggiamento incerto e contraddittorio sulle misure da prendere. E comunque attendiamo dall’Esecutivo il mantenimento dell’impegno all’abolizione con norma costituzionale delle Province, una richiesta, questa, avanzata da Ugo La Malfa nel lontano 1970 e che ha rappresentato sempre una costante programmatica dei Repubblicani.

Per questo il nostro sì è ispirato oggi solo alla fiducia nell’Italia e a quel senso di responsabilità nazionale che ha sempre caratterizzato la storia del PRI, quel senso di responsabilità nazionale a cui il Capo dello Stato ha richiamato, in queste difficili ore, le forze politiche.

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